La Lega prende Ferrara, scacco alla sinistra che deve cambiare strategia

Lega
Matteo Salvini

La Lega continua la sua scalata, tanto da essere chiamata ormai sui giornali nazionali “turbo Lega”. Salvini festeggia la vittoria a Ferrara, dove dopo 70 anni il centrosinistra deve lasciare il passo al centrodestra. Anche se Lega e Partito democratico, almeno nei ballottaggi, si sono spartiti possiamo dire a metà le poltrone dei sindaci.

A Reggio Emilia, Cesena, Livorno, Cremona, Prato, e Rovigo ha vinto la sinistra. Ferrara, Biella e Vercelli sono andate alla Lega, soltanto Campobasso ai Cinque Stelle. Si votava in 136 comuni e ci sarà tempo per analisi più approfondite.

A Ferrara, come in altre zone d’Italia, cavallo di battaglia della campagna elettorale dell’ex Lega Nord è stata la sicurezza. Nessuno come Salvini e i suoi hanno saputo leggere e sfruttare (e forse alimentare?), la percezione di insicurezza degli italiani. Il 78% dei cittadini crede che la criminalità sia aumentata, che i luoghi dove vivono non siano sicuri. Lo dice Milena Gabanelli, in un video in cui dà tre semplici numeri e chiarisce in un minuto che, al contrario, l’Italia è uno dei paesi più sicuri in Europa. I dati non mentono, mi piacciono per questo, anche se vanno sempre letti diversamente da comune a comune e da quartiere a quartiere, ovviamente.

Però in 10 anni sono dimezzati gli omicidi (nel 2008 erano stati 611, nel 2017: 343), il numero delle rapine è calato del 37,9% (nel 2008 erano 45.857, sono state 28.612 nel 2017). Calano anche i furti in casa anche se con un percentuale minore, -8,5.

E allora quello che dovrebbero chiedersi gli sconfitti in questa tornata elettorale e anche in quella delle ultime europee è come lavorare sulla comunicazione, come arrivare a quella fascia di popolazione che si informa soltanto attraverso i social, o al massimo guardando il telegiornale. Come parlare a chi i dati non li va a cercare, o non sa leggerli. Senza ovviamente scadere in slogan o mezze verità. È la sfida più difficile.

Perché poi, la di là delle percezioni, degli slogan, della campagna elettorale è con i problemi economici che abbiamo a che fare, con la disoccupazione. E’ con l’Europa che dobbiamo confrontarci, e lì davvero le paure non risolvono i problemi.

E se da una parte per parlare agli italiani si fa la voce grossa con l’Europa, dall’altra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, deve poi mettere un freno (o una pezza). “Attenzione a sfidare la Commissione europea sulla procedura di infrazione” ha detto ieri. I danni all’Italia sarebbero enormi e andrebbero a toccare anche i risparmi dei cittadini. E’ l’esempio di oggi, ma se ne potrebbero fare molti altri.