La Lega continua la sua scalata, tanto da essere chiamata ormai sui giornali nazionali “turbo Lega”. Salvini festeggia la vittoria a Ferrara, dove dopo 70 anni il centrosinistra deve lasciare il passo al centrodestra. Anche se Lega e Partito democratico, almeno nei ballottaggi, si sono spartiti possiamo dire a metà le poltrone dei sindaci.
A Reggio Emilia, Cesena, Livorno, Cremona, Prato, e Rovigo ha vinto la sinistra. Ferrara, Biella e Vercelli sono andate alla Lega, soltanto Campobasso ai Cinque Stelle. Si votava in 136 comuni e ci sarà tempo per analisi più approfondite.
A Ferrara, come in altre zone d’Italia, cavallo di battaglia della campagna elettorale dell’ex Lega Nord è stata la sicurezza. Nessuno come Salvini e i suoi hanno saputo leggere e sfruttare (e forse alimentare?), la percezione di insicurezza degli italiani. Il 78% dei cittadini crede che la criminalità sia aumentata, che i luoghi dove vivono non siano sicuri. Lo dice Milena Gabanelli, in un video in cui dà tre semplici numeri e chiarisce in un minuto che, al contrario, l’Italia è uno dei paesi più sicuri in Europa. I dati non mentono, mi piacciono per questo, anche se vanno sempre letti diversamente da comune a comune e da quartiere a quartiere, ovviamente.
Però in 10 anni sono dimezzati gli omicidi (nel 2008 erano stati 611, nel 2017: 343), il numero delle rapine è calato del 37,9% (nel 2008 erano 45.857, sono state 28.612 nel 2017). Calano anche i furti in casa anche se con un percentuale minore, -8,5.
E allora quello che dovrebbero chiedersi gli sconfitti in questa tornata elettorale e anche in quella delle ultime europee è come lavorare sulla comunicazione, come arrivare a quella fascia di popolazione che si informa soltanto attraverso i social, o al massimo guardando il telegiornale. Come parlare a chi i dati non li va a cercare, o non sa leggerli. Senza ovviamente scadere in slogan o mezze verità. È la sfida più difficile.
Perché poi, la di là delle percezioni, degli slogan, della campagna elettorale è con i problemi economici che abbiamo a che fare, con la disoccupazione. E’ con l’Europa che dobbiamo confrontarci, e lì davvero le paure non risolvono i problemi.
E se da una parte per parlare agli italiani si fa la voce grossa con l’Europa, dall’altra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, deve poi mettere un freno (o una pezza). “Attenzione a sfidare la Commissione europea sulla procedura di infrazione” ha detto ieri. I danni all’Italia sarebbero enormi e andrebbero a toccare anche i risparmi dei cittadini. E’ l’esempio di oggi, ma se ne potrebbero fare molti altri.