Latina, Zaccheo come l’araba fenice. Pronto a rimettersi in gioco

Vincenzo Zaccheo come l’araba fenice. Si rimette in gioco dopo dieci anni di oblio, con l’aiuto di Silvano Moffa. Ci riuscirà?

C’è una parte dell’elettorato di Latina che sta con lui, che invoca un suo ritorno attivo nella politica cittadina. Lo vorrebbe di nuovo sindaco. Zaccheo ha organizzato un evento al Circolo Cittadino. Formalmente, l’iniziativa di questa mattina, doveva essere una conferenza stampa per un’operazione “verità” alla luce della sentenza che gli ha riconosciuto un risarcimento danni per il finto video tramesso da Striscia la Notizia a cui ha attribuito la fine del suo secondo mandato da sindaco del capoluogo pontino. Ma la sala convegni era stracolma, a stento si passava. E a fine “adunata” il pubblico si è alzato in piedi per un lungo applauso (vedi video in basso). “Ti vogliamo sindaco”, hanno gridato dalla sala.

Certo, non saranno stati tutti fan; qualcuno si sarà imbucato come infiltrato, altri saranno entrati per mera curiosità. Ma Zaccheo ha parlato da “sindaco”. A ragione o a torto si è mosso come se quel microfono tra le mani non lo avesse mai spento. In sala erano presenti personaggi noti della politica di Latina: Giuseppe Mochi, in prima fila, dietro di lui Renzo Scalco; Salvatore De Monaco, Paride Martella, Marco Savastano in ordine sparso e tanti altri volti della destra di Latina apparsi all’improvviso come usciti da un vecchio album fotografico. C’erano anche i consiglieri comunali Massimiliano Carnevale della Lega e Gianni Rinaldi di Lbc; gli ex dirigenti del Comune di Latina, l’architetto Ventura Monti e l’ingegnere Lorenzo Le Donne. Anche Giulia Caprì era lì: l’ex assessore alle attività produttive della giunta di Damiano Coletta ha detto che era passata al Circolo per un caffè e che sapendo della presenza di Zaccheo e Moffa non aveva saputo resistere alla curiosità, affacciandosi in sala. In piedi, appoggiata alla parete laterale abbiamo notato Valentina Pappacena, dell’associazione Valore Donna, per anni vicina al Partito democratico. Insomma una sala eterogenea. Difficile valutare la vicinanza sincera all’ex sindaco. Quell'”ex” che in quella atmosfera nostalgica è rimasto difficile da pronunciare. Sarà perché chi è onorevole una volta lo rimane a vita, come si diceva una volta, che rivolgersi a Zaccheo con l’appellativo di sindaco è diventato denominatore comune anche da parte di alcuni addetti all’informazione…

Neanche Moffa si aspettava una platea così calda: “Non ho mai visto una conferenza stampa così affollata”. Difficile riassumere la cronaca della mattinata al Circolo Cittadino perché ad un certo punto Zaccheo ha preso la via di fuga della tangente, appuntando bandierine sui progetti realizzati e programmati dalle sue amministrazioni in continuità con Ajmone Finestra. In primis l’università. “Nessuno si sogni di sporcare la memoria di Finestra o la mia”, ha detto ad un tratto dimenticando forse talune divergenze del passato.

Moffa ha messo sul tavolo un filo rosso “che collega quanto avvenuto a Latina prime e dopo la diffusone del video”. E gli arresti dei giorni scorsi che parlano delle connessioni della politica con la criminalità organizzata costituiscono, nel ragionamento di Moffa, il cacio sui maccheroni. Certo, qualcuno si sarebbe aspettato che “confidasse” il suo sospetto o il sospetto di Zaccheo sul mandante del video taroccato. E invece niente. Solo indizi, quelli di dieci anni fa, o poco più. Moffa ha detto che durante il commissariamento di An, quando il centrodestra doveva decidere se ricandidare a sindaco Zaccheo o meno dopo il primo mandato, il clima in città era così elevato che qualcuno delle autorità preposte gli consigliò di non mandare in giro da solo Zaccheo. Poi ha citato la lettera del Vescovo e l’attenzione del prefetto Bruno Frattasi sul caso di Fondi (leggi qui). Ecco allora che nell’operazione “verità” degli ex An, Zaccheo è apparso come la vittima affossata dal video falso perché scomoda all’avanzare di loschi interessi. Chi è stato il mandante del video?

Zaccheo ha lamentato che la magistratura non abbia indagato su questa vicenda che ha trovato giustizia (in primo grado) in sede civile. Ha rivendicato la bontà dei progetti partoriti dalla sua amministrazione; non solo l’università, ma anche il porto di Foce Verde, la realizzazione di un nuovo ospedale in luogo del Goretti “non a norma”; l’operazione Icos per la realizzazione della cittadella universitaria con l’utilizzo di Palazzo M. Non un accenno alla vicenda della metro, perché sotto inchiesta, e neanche sul contratto Ipogeo per la gestione del cimitero.  “Farò un rapporto alla città”, ha promesso (leggi qui).

“Questa città ha bisogno di rigenerarsi sul piano politico, riportando la politica al centro come servizio, per una nuova classe dirigente”, ha concluso Zaccheo. L’ex sindaco che per servire la sua città ha detto di aver rinunciato ad una carica di sottosegretario di Stato, questa mattina non ha sciolto la riserva su una sua possibile ricandidatura alla carica di primo cittadino. Ma gli ingredienti sono apparsi tutti in ordine sul tavolo delle conferenza stampa.

Di seguito il video degli applausi, le foto dell’evento e a seguire il comunicato stampa di Lbc sul ritorno in politica dell’ex sindaco Zaccheo.

Il video

Le foto

Il comunicato stampa di Lbc: “Solito refrain con il libro dei sogni. Adesso riconosca i propri errori”

“Siamo felici che l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo abbia risolto i suoi problemi con Striscia la Notizia ed ottenuto quanto meritava: sicuramente un riscatto personale, dato che il video è stato dichiarato falso, ma anche una buona notizia per la città, rimasta pesantemente infangata da quella vicenda, nel nome e politicamente.

Tuttavia ci preme rimarcare un fatto, tutt’altro che irrilevante. Quanto accaduto nelle ore immediatamente successive al video della trasmissione satirica, ossia le dimissioni della maggioranza consiliare, che di fatto ha portato al primo commissariamento del Comune di Latina, non è stato che la punta dell’iceberg di una lotta intestina perenne, che consumava la maggioranza nelle due anime degli ex An vicini a Zaccheo, e degli ex forzisti vicini al senatore di Fondi Claudio Fazzone. Quanti ricordano l’espressione “il governo di Fondi” per la gestione della città di Latina, valido poi anche per la successiva consiliatura, quella dell’ex sindaco Giovanni Di Giorgi?

Un’espressione oggi passata di moda, da quando al governo della città c’è Lbc, movimento civico svincolato da qualunque logica di spartizione.

Quella dei commissariamenti, delle congiure politiche, è una storia che si è ripetuta, ciclicamente e sempre uguale a se stessa, con le maggioranze di centrodestra, destinate al commissariamento per scontri di potere interni mai risolti e che oggi, sotto la cenere di quel che ne rimane, covano ancora.

Lo dimostrano le parole di Zaccheo, quando nella conferenza stampa di oggi, ha detto di voler sapere quale sia stata la “manina” occulta dietro quel video che di fatto è stata una manovra per rovesciarlo.

Non va dimenticato, poi, che sempre nel seno del centrodestra dell’epoca di Zaccheo e poi del sindaco Di Giorgi, è andato a radicarsi nel capoluogo quel “Sistema Latina”, con le tre inchieste che ne sono seguite e che oggi ancora hanno i loro strascichi. Un sistema, con un patto malcelato politica-costruttori che si è strutturato definitivamente con la revisione dei piani, la cui delibera di partenza è tutta sua. Era l’anno 2005. Senza nessun ricorso ad evidenza pubblica, furono scelti nel segreto della stanza di una giunta, i nomi dei progettisti che dovevano sviluppare i piani. Un “capolavoro” che per essere sviluppato ci ha messo 8 anni per stabilire, ad esempio, e per far quadrare i conti, che lo stadio comunale doveva essere per forza verde pubblico. Un capolavoro che ha inchiodato l’urbanistica della città, che ha creato un caso giuridico senza precedenti in Europa e che gli autori di ieri, pretendono oggi che venga risolto da noi con un colpo di bacchetta.

Zaccheo dice di aver sempre combattuto le infiltrazioni della criminalità organizzata. Può darsi. Ma quali sono realmente le azioni che ha messo in campo?

Il piano anticorruzione, aggiornato annualmente, ha visto la luce soltanto con l’amministrazione di LBC, che ha attuato anche il Piano controlli semestrale correlato alle procedure che hanno evidenziato criticità. Con l’attuale amministrazione sono iniziate davvero le procedure di gara, senza ricorso al sistema delle proroghe, invece molto ben oliato in precedenza.

Oggi il Comune di Latina è dotato di procedure informatizzate per le delibere di Giunta e Consiglio, con la tracciatura dei passaggi per competenza dei vari servizi. Percorsi di legalità certificati non da noi stessi, ma dall’Anac e dai tanti ricorsi vinti finora dal Comune in merito ai bandi emanati.

Sotto l’amministrazione Zaccheo, e delle altre di centrodestra, abbiamo visto invece tante proroghe, e molte discrezionalità. In queste pieghe si sono insinuati e sono cresciuti i sistemi malavitosi che hanno massacrato la città. Questa è la prima delle responsabilità politiche di cui l’ex sindaco deve rispondere.

Quando nel 2010 si scatenò la guerra criminale, per la quale il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano auspicava una reazione dalla città, cosa fece l’allora sindaco Zaccheo, oltre a mandare a fare un consiglio comunale e a spedire una lettera al premier Berlusconi e al ministro della Giustizia Alfano?

Ci sono poi una serie di altri motivi per i quali il tentativo, seppure legittimo da parte sua, di “riabilitazione politica” per l’ex sindaco Zaccheo ci sembra alquanto grottesco.

Ad una stima approssimativa, senza voler entrare nei particolari – non basterebbe un libro, e non dei sogni, ma degli incubi – la metà dei “guai” amministrativi di Latina sono nati sotto la guida di Zaccheo, nei suoi due mandati.

Un esempio su tutti, tornato oggi di grande attualità, la questione del cimitero: un regolamento completamente sbilanciato a favore dei privati, vessatorio nei confronti degli utenti, che oggi si vedono minacciati di veder estumulati i propri cari con un post-it affisso sulle tombe. E i primi casi si sarebbero già verificati, se il Comune non fosse intervenuto. Una questione che si è ben guardato oggi dall’affrontare, così come non è stato toccato il tema della metro.

Quest’ultimo, uno dei più grandi bluff per Latina, un “sogno” irrealizzabile e senza alcun fondamento economico che ci è già costato – senza veder realizzato nulla se non debiti, quelli sì, concreti – tre milioni di euro per vagoni acquistati e per il quale oggi abbiamo pendente anche la richiesta di risarcimento di un ex dirigente del Comune per 850.000 euro.

Poi c’è l’edificio ex Icos: un immobile sulla Pontina che il Comune acquistò all’asta nel 2003 (sempre quando era sindaco Vincenzo Zaccheo) per la modica cifra di 2,5 milioni di euro. Cosa ne è stato fatto nei successivi sette anni di amministrazione, fino al 2010? Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’immobile, completamente abbandonato, è stato depredato di tutto e lasciato rudere.

Un particolare che ci ha fatto sorridere: Zaccheo oggi ha detto che sotto le sue amministrazioni, nessuna scuola ha chiuso, neanche per un minuto. Adesso ci spieghiamo come mai dobbiamo chiuderle noi: edifici che ogni giorno ospitano i nostri bambini e ragazzi, lasciati abbandonati per anni senza alcuna manutenzione. Manutenzione che oggi viene fatta regolarmente, con un controllo costante sul lavoro che svolgono le ditte. Centrali termiche sostituite con impianti nuovi dopo trenta anni.

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma ci fermiamo. Per il momento. Oggi abbiamo ascoltato abbastanza il refrain di vecchi temi elettorali: porto di Foce Verde (mai realizzato), Rio Martino (ancora oggi in una situazione critica), aeroporto e intermodale (altre due voci irrealizzate nel suo libro dei sogni).

Nessuna amministrazione è esente da errori, e lo sappiamo. L’ex sindaco abbia però almeno l’onestà intellettuale di riconoscere i propri, risparmiandoci la narrazione di un martirio”.