M5S nella bufera: il comitato Tam chiede le dimissioni della senatrice Pacifico

Marinella Pacifico

La senatrice Marinella Pacifico, già nell’occhio del ciclone del M5S per le restituzioni e il No secco al referendum costituzionale, finita anche sulla graticola dei probiviri, entra nella bufera anche a Latina, dove il comitato Tam ne chiede le dimissioni per un post su Facebook che hanno screenshottato.

“E’ ormai di dominio pubblico la non rappresentanza della senatrice Marinella Pacifico per gli attivisti 5 stelle di Latina – scrive il comitato Tam di Latina – Vani furono tutti i tentativi di renderla partecipe delle manifestazioni locali, ma la sua assenza costante sia agli eventi per il referendum sia ai precedenti per le europee, altresì non si rammentano interventi inerenti il territorio. Ad oggi sono alla pubblica cronaca una serie di selfie ed atteggiamenti contrastanti con le politiche del movimento, politiche frutto del duro lavoro (gratuito) di molti attivisti del territorio. Per ultima la posizione pro autostrada e non per la riqualificazione della pontina con un percorso gratuito e la posizione per il No al referendum.

Per quale motivo la senatrice non si dimette e lascia il posto a chi magari posizionata il lista dopo di lei potrebbe portare avanti quei principi che lei sta ostativamente contrastando? Perché se non condivide il rimborso delle quote non rendicontate, non si dimette? Puntualizziamo dimettere e non cambiare partito o casacca” – dicono dal comitato.

Giuseppe Vacciano

Una considerazione è però dovuta. Pur volendo, non è così facile “dimettersi” da deputato o senatore. Il M5S pontino nella sua rappresentanza parlamentare non ha poi mai goduto di particolare fortuna: i tre rappresentanti eletti nella scorsa legislatura – Ivana Simeoni in Senato e Christian Iannuzzi alla Camera, madre e figlio, e Giuseppe Vacciano anche lui in Senato, furono espulsi. Tra loro, poi, il senatore Vacciano, invano tentò per anni di dimettersi dal suo ruolo di parlamentare senza mai riuscirci per via del voto ripetutamente contrario del Senato.