Ristoro nucleare, non si placano le polemiche. Antoci: “Ora la strada è tutta in salita”

La centrale nucleare di Latina in fase di decommissioning

La questione del ristoro nucleare è stata al centro della commissione Trasparenza di ieri. Il vice sindaco Paola Briganti e il neo assessore all’Ambiente, Dario Bellini, hanno risposto ai quesiti relativi all’esclusione del Comune di Latina che non ha presentato ricorso neanche dopo la sentenza di primo grado del 2016.

Qualche giorno fa la Corte di Appello ha confermato la sentenza di primo grado e ha riconosciuto ai Comuni dell’Ancin (Associazione nazionale comuni italiani nuclearizzati) che si erano costituiti in giudizio il 100% del ristoro nucleare che era stato indebitamente decurtato del 70%.

Secondo gli assessori sarebbe stata l’avvocatura comunale a consigliare di aspettare la sentenza di secondo grado. Inoltre il Consiglio dei Ministri potrebbe autonomamente decidere di estendere i benefici della sentenza anche al Comune di Latina.

Le spiegazioni però non hanno convinto i consiglieri di minoranza. Salvatore Antoci ha definito “maldestro” il tentativo di scaricare sull’avvocatura “la responsabilità della scelta sbagliata che invece è stata tutta politica”.

“Alla prova dei fatti – ha aggiunto -la scelta operata a suo tempo da Lbc si è rivelata sbagliata, poiché adesso la strada per tentare di ottenere, tra molti anni, quello che gli altri Comuni hanno già ottenuto sarà lunga, impervia, solitaria e tutta in salita”.

Gli ha fatto eco il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Latina, Massimiliano Carnevale: “Imbarazzo e confusione hanno caratterizzato gli interventi degli assessori Briganti e Bellini nella commissione trasparenza sul mancato ristoro Sogin, segno evidente della pessima gestione di questa maggioranza su un tema estremamente delicato perché di fatto si privano i cittadini di Latina della possibilità di poter beneficiare di milioni di euro per il ristoro della centrale nucleare”.