Processo Petrus, svelato il mistero del filo di nylon: serviva a costruire un veliero

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Il Tribunale di Latina

Non solo pesce cucinato al ristorante e portato per un pranzo tra detenuti e droga, ma anche un filo di nylon di quelli per canne da pesca era entrato nel carcere di Latina per uno degli “ospiti”. Questo era emerso durante le indagini relative alle inchieste Astice e Petrus.

Gli inquirenti non riuscivano a capire a cosa servisse e ieri, durante il processo in abbreviato, l’avvocato Fagiolo lo ha spiegato mentre discuteva la posizione del suo assistito: Gennaro Amato. Il 54enne originario della provincia di Napoli e da anni residente a Cisterna ha la passione del modellismo e in carcere si dilettava costruendo un veliero. Nessun mistero quindi, ma solo un pacifico hobby, che rendeva meno noiose le giornate passate nella casa circondariale di via Aspromonte. Quel filo di nylon serviva per completare il natante di 50 centimetri che è stato portato in udienza e che ora è finito negli atti del processo. I pubblici ministeri Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca avevano chiesto, durante la scorsa udienza, 5 anni di reclusione per Amato.

Hanno discusso anche, sempre ieri mattina, le difese di Antonio Sellacci e Francesco Falcone, gli avvocati Zorzi e Di Legge. Il processo che si sta svolgendo davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Latina, Giorgia Castriota, è stato rinviato per la discussione delle difese di altri imputati. I pm hanno chiesto oltre 120 anni di carcere in totale.